“In Umbria è pronto ed ha già preso avvio concretamente il Piano operativo per la prevenzione, il contrasto e la cura della dipendenza del gioco di azzardo con cui vogliamo garantire punti di riferimento certi per quello che riguarda i servizi sociosanitari in grado di aiutare coloro che cadono nella trappola del gioco d’azzardo, sostenendo allo stesso tempo gli esercenti che decidono di togliere dalle proprie attività ‘slot machine’ o altri apparecchi per il gioco”.
È quanto afferma l’assessore regionale alla Coesione sociale e Welfare, Luca Barberini, che illustra strumenti e interventi con cui si dà “piena attuazione alla legge regionale in materia, la n.21 del 21 novembre 2014, che ha posto le premesse per la realizzazione di azioni finalizzate al contrasto e alla riduzione del rischio della dipendenza da gioco d’azzardo patologico”.
Si va dagli incentivi fiscali per gli esercenti di attività “no slot”, con la Regione “che sta lavorando affinché possano godere di una riduzione dell’Irap”, all’attivazione di un numero verde regionale, una campagna di comunicazione unitaria, la strutturazione di un sistema regionale di intervento sociosanitario, l’adeguata formazione di operatori e gestori dei locali.
“La ludopatia – rileva l’assessore – è ormai una patologia riconosciuta, studiata, con una profonda ricaduta negativa sulla vita di molte persone e delle loro famiglie. Riteniamo necessario operare affinché aumenti la percezione degli effetti devastanti che questa dipendenza strisciante purtroppo determina, a tutela specialmente delle fasce più vulnerabili, giovani e anziani in particolare”.
“Prendiamo atto con soddisfazione – aggiunge – del buon lavoro compiuto dal gruppo di lavoro regionale che si è costituito nel maggio scorso per l’attuazione coordinata degli adempimenti indicati dalla legge regionale in materia di promozione, prevenzione, formazione, cura, contrasto e controllo. Ora si entra nella fase operativa, con strumenti che vanno a sommarsi alle significative limitazioni già contenute nella legge regionale circa la possibilità di insediamento di nuove sale giochi per rafforzare le ‘armi’ contro la ludopatia”. Entrando nel dettaglio delle azioni, l’assessore Barberini ricorda che “la legge regionale 21/2014 ha individuato nell’attivazione di un numero verde regionale uno strumento per favorire l’emersione della domanda di aiuto ed intercettare quindi i bisogni dei giocatori e dei loro familiari”.
“A fronte dei dati che indicano un forte incremento del gioco d’azzardo problematico in Umbria come in tutto il territorio nazionale – prosegue -, nonostante aumenti costantemente la quota di persone che si rivolgono ai servizi sociosanitari, si registra infatti ancora una domanda di aiuto fortemente sottodimensionata rispetto all’entità reale del problema”.
L’attività del Numero verde regionale viene associata al Centro di riferimento regionale per il trattamento del gioco d’azzardo problematico, già attivato in via sperimentale presso la sede di Foligno del Dipartimento dipendenze dell’Azienda Usl Umbria 2 “poiché tale struttura è in grado di garantire la completezza e adeguatezza delle informazioni da fornire agli utenti del numero verde e di connettere efficacemente la fase di accoglienza della domanda con quella di presa in carico delle situazioni clinicamente significative”.
La realizzazione del numero verde è affidata al Centro di riferimento regionale per il gioco d’azzardo patologico, mentre le attività di coordinamento generale, di monitoraggio e di valutazione del progetto sono affidate al Servizio programmazione sociosanitaria dell’assistenza distrettuale e ospedaliera della Direzione salute e coesione sociale della Regione.
Verrà realizzata una campagna di comunicazione unitaria, rivolta attraverso i canali tradizionali e i social media a tutti i cittadini umbri con particolare attenzione ai “target” più vulnerabili, mirata a sostenere gli obiettivi della legge regionale sia riguardo alle sue finalità generali, riferibili alla prevenzione, al contrasto e alla riduzione del rischio della dipendenza da gioco d’azzardo, sia riguardo ad azioni specifiche quali numero verde, marchio “No slot”, materiale informativo messo a disposizione dei gestori dei locali per l’esposizione obbligatoria prevista dalla legge.
Il primo atto sarà la creazione del marchio regionale “No slot”, la cui adozione “rientra – spiega Barberini – nelle finalità generali di prevenzione della dipendenza da gioco patologico e di promozione della consapevolezza dei rischi potenziali associati al gioco d’azzardo, ed è volta, in maniera specifica, a rendere visibili in modo immediato quegli esercizi che non utilizzano apparecchi per il gioco”.
Il marchio ha “valenza etica e testimonia l’adesione alla campagna di sensibilizzazione contro la diffusione del gioco con vincite in denaro, al fine di formare un circolo virtuoso tra i soggetti che vi aderiscono e di consentire ai cittadini di riconoscere e scegliere un esercizio libero da questi apparecchi, contribuendo così ad arginare la diffusione del gioco patologico”.
“Ottenere il marchio – sottolinea l’assessore – rappresenterà inoltre un titolo di preferenza per l’accesso a finanziamenti e benefici economici disposti dalla Regione”.
“Fondamentale” anche la formazione. “La realizzazione di un corso di formazione sul tema del gioco d’azzardo patologico, rivolto agli operatori sanitari e sociali e al volontariato – ricorda l’assessore – è stata già inserita nel Piano stralcio della formazione affidata alla Scuola Umbra di Amministrazione Pubblica, da realizzare nel secondo semestre 2015. Il corso ha l’obiettivo di avviare la costituzione di un sistema regionale di intervento, basato sulla sinergia di servizi sanitari, servizi sociali e volontariato organico e coordinato”.
In questa direzione si è già lavorato: “La strutturazione di un sistema di intervento sociosanitario per la dipendenza da gioco d’azzardo – rende noto Barberini – è stata avviata attraverso l’attivazione, in via sperimentale, del Centro di riferimento regionale per il trattamento del gioco d’azzardo patologico a Foligno. In tutti i dipartimenti per le dipendenze delle Usl, inoltre, sono attivi programmi per la presa in carico dei giocatori patologici”.
Sono previsti innanzitutto un monitoraggio approfondito delle attività ed una valutazione dei risultati del Centro di riferimento regionale, acquisendo informazioni e dati sull’utenza accolta, i trattamenti attivati, il loro esito; si prevede inoltre una ricognizione della domanda che attualmente raggiunge i servizi sanitari, i servizi sociali dei Comuni ed i principali soggetti del volontariato e delle attività da loro svolte.
Verranno attivati gruppi di “auto mutuo aiuto”, cui fa esplicito riferimento la legge regionale in materia.
Un’attenzione particolare viene riservata anche ai gestori e del personale dei locali da gioco “che possono concorrere, quando sensibilizzati in tal senso ed opportunamente formati, a supportare i giocatori nel contenere il rischio di evoluzione dal gioco con fini ricreativi e sociali, al gioco problematico e alla dipendenza”.
Con questa finalità, la legge regionale ha stabilito l’obbligatorietà di una specifica formazione per i gestori ed il personale delle sale da gioco.