REVISORI DEI CONTI, BOCCIATA LA LEGGE SUI REVISORI CONTABILI NOMINATI NEGLI ENTI DI COMPETENZA REGIONALE – Barberini “Siamo stati eletti per scegliere, non per delegare”

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Il Consiglio regionale ha bocciato questa
mattina la proposta di legge “Norme per rafforzare l’indipendenza,
l’imparzialità e la competenza dei revisori contabili nominati negli enti di
competenza regionale”. L’esito del voto sull’articolo 1 ha visto prevalere
i voti non favorevoli, con 8 no (Lignani Marchesani, De Sio (Fd’I), Barberini
(Pd), Nevi, Rosi, Monni, Modena, e Valentino (Pdl), 5 astensioni (Smacchi
(Pd), Goracci (Cu), Carpinelli, Buconi (Psi) e Monacelli (Udc) e 12 sì
(Galanello, Tomassoni, Bracco, Chiacchieroni, Mariotti, Locchi, Bottini e
Cecchini (Pd), Cirignoni (Lega), Brutti e Dottorini (Idv), Stufara (Prc).

Questa la sintesi dell’intervento di Luca Barberini, con le motivazioni del voto.

“Capisco perfettamente le ragioni e le motivazioni che
hanno spinto i proponenti ad avanzare questa proposta, che però nasce da
un’errata valutazione, un’errata comprensione del ruolo dei revisori
nelle società, e ancora penso che questa sia una proposta con evidenti
problemi di fondo, e avendo problemi di fondo è una proposta, a mio avviso,
nemmeno emendabile. Rispetto alla nomina dei revisori dei conti della Regione
c’era un obbligo statale; qui obblighi non ne abbiamo, è un’autonomia di
questa Assemblea legislativa e come tale possiamo accettare, inserire questa
norma o non inserirla.

Ci sono due problemi fondamentali e di principio: il
primo riguarda al burocrazia. La risposta migliore che possiamo dare per
rendere più efficiente il nostro Paese è quello della semplificazione e ci
abbiamo fatto anche una legge regionale. Questa proposta invece aumenta
ancora di più il sistema burocratico della nostra Regione.

Sfugge a tutti
noi, probabilmente, che la materia degli incarichi di revisione è stata
disciplinata da un decreto legislativo, il ’39 /2010′, che ha introdotto
principi nel nostro ordinamento giuridico, principi all’avanguardia
riconosciuti dalla stessa Unione Europea.

Ebbene, noi inseriamo, pensiamo di
essere più capaci di fare questa valutazione. Oggi il controllo dei revisori
è stato trasferito interamente sia per quanto riguarda gli aspetti di
iscrizione sia per quanto riguarda gli aspetti di aggiornamento, al Ministero
di Giustizia, quindi quella credo che sia il massimo dell’espressione della
capacità di controllo che può essere esercitata dalla Pubblica
Amministrazione.

I requisiti di indipendenza professionale sono insiti nella
scelta, nella natura professionale, non certo saremmo noi a dare una
legittimità al requisito di indipendenza.

Secondo problema, più politico.
In questa sede è stato a sproposito utilizzato il termine della spartizione,
a me sembra che sia più corretto e più giusto, invece, rimarcare
l’aspetto dell’assunzione della responsabilità. Siamo stati eletti per
scegliere, non per delegare, non per affidare a terzi, ma per assumerci
responsabilità nelle scelte che facciamo di fronte al cittadino, tanto meno
non possiamo permetterci il lusso di delegare alla fatalità, al caso. Non
dobbiamo fare come gli struzzi, nascondere la testa sotto la sabbia, dobbiamo
risolvere i problemi, e dare risposte ai nostri cittadini, non dobbiamo
affidarci alla mano fatata che non credo scelga meglio di noi. <br<
La scelta dei
revisori della Regione Umbria è la testimonianza diretta e tangibile: anche
la politica la più strana, la più disattenta non sarebbe stata capace di
scegliere due persone dello stesso studio professionale, non c’è un
giudizio negativo su quelle due persone ma nel momento in cui si richiede
indipendenza, autorevolezza, non è possibile che su tre soggetti due
provengano dallo stesso studio. Voto contrario”.

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