APPROVATA LA RISOLUZIONE PER LO STATO DI ATTUAZIONE DEL PROGRAMMA DI GOVERNO NEL 2012 – Barberini: “Aumentare l’incisività delle riforme regionali”

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L’Assemblea di Palazzo Cesaroni ha
approvato con 17 sì, 7 no e 1 astenuto (Goracci, Cu) la risoluzione del
centrosinistra (Pd, Psi, Idv e Prc) che recepisce la Relazione sullo stato di
attuazione del programma di governo nel 2012. L’Aula ha invece respinto la
risoluzione firmata da Pdl e Fd’I: 18 no e 8 sì. Il documento approvato
impegna la Giunta regionale a “determinare, a partire dalle prossime
settimane, ulteriori approfondimenti programmatici di contrasto alla crisi
economica ed occupazionale, cogliendo l’opportunità offerta dalla
discussione sulla nuova programmazione europea 2014/2020”. Il consigliere
Paolo Brutti (Idv) non ha partecipato al voto, ritenendo necessario che la
Giunta presenti il rendiconto 2013 prima dell’arrivo in Aula della legge
finanziaria 2014, affinché il consuntivo dell’anno precedente fosse utile ai
fini della programmazione. Il relativo emendamento non è stato però
recepito dai firmatari della risoluzione di maggioranza.

Il documento dell’opposizione impegnava invece l’Esecutivo di Palazzo Donini
a “cambiare completamente atteggiamento presso la conferenza Stato –
Regioni affinché le Regioni, sotto la spinta dell’Umbria, pongano con forza
il tema della rigidità delle regole europee” ed ancora: “cambiare passo
nella predisposizione delle riforme necessarie ad attuare anche in Umbria una
svolta liberale coinvolgendo il privato nella erogazione dei servizi
pubblici”.

Il consigliere regionale del Pd Luca Barberini è intervenuto in Aula ponendo l’accento sulla necessità di aumentare il tasso di riformismo delle riforme regionali.

Ecco una sintesi dell’intervento:

“Dibattere sui temi socio-economico dell’oggi senza considerare
il contesto di una crisi senza precedenti è esercizio politicamente
comprensibile da parte dell’opposizione, ma sicuramente fuorviante. Il nostro
Paese non cresce da venti anni, tutte le analisi debbono perciò tenere conto
di ciò e del fatto che abbiamo un debito pubblico ‘spaventoso’, e un peso
fiscale che si aggira intorno al 50 per cento che impedisce di avere a
disposizione risorse per gli investimenti e per i consumi. L’Umbria è stata
colpita dalla crisi più tardi, ma in maniera dura, perché le risorse
pubbliche che pesano in Umbria per i 2/3 sono state fortemente ristrette.
Ombre quindi ma anche luci: i conti regionali in ordine, la tenuta e la
coesione sociale, l’invarianza fiscale sono elementi da non banalizzare
perché rappresentano il frutto di una coraggiosa politica positiva. Certo la
situazione della crisi regionale preoccupa; colpisce alcuni territori più di
altri e quello localizzato nella fascia appenninica rappresenta sempre più
un’emergenza. E la risposta che dobbiamo mettere in campo non può che essere
politica, superando quella delegittimazione di essa di cui qualcuno
dell’opposizione parla quasi dimenticandosi che essa è anche frutto di
anomalìe le cui responsabilità sono evidenti. Occorre quindi mettere in
campo una diversa capacità politica e aumentare il tasso di riformismo delle
politiche regionali per ciò che riguarda: i rifiuti, valorizzando i
risultati positivi e cercando di attuare la chiusura del ciclo superando il
conferimento in discarica; i trasporti, che presentano diseconomicità e
inefficienze legate anche alle caratteristiche geo morfologiche del
territorio, cercando però di garantire risposte alla domanda di trasporto
pubblico; formazione, indirizzando meglio gli interventi, perché spendiamo
troppo per i formatori e poco per i formati. Una seria politica riformistica
non può infine non considerare che le ridotte dimensioni dell’Umbria
richiedono l’avvio di politiche di integrazione interregionali: qualcosa di
positivo in tal senso si sta delineando nel campo della sanità. La
task-force istituita dal governo nazionale per sostenere i territori in
maggiore difficoltà (con incentivi fiscali e di altra natura) può essere
un’occasione utile per affrontare in maniera efficace la crisi dei
territori della fascia appenninica ”.

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