SALUTE & SPORT, VIA ALLA PARTECIPAZIONE DELLA PROPOSTA DI LEGGE BARBERINI-SMACCHI – Apprezzamenti per il passaporto biologico, le misure anti doping, l’istituzione di defibrillatori ovunque si faccia sport

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La Terza Commissione del Consiglio
regionale, presieduta da Massimo Buconi, ha svolto stamani a Palazzo Cesaroni
la fase partecipativa sul disegno di legge dei consiglieri
Luca Barberini e Andrea Smacchi (Pd) concernente la Tutela della salute degli sportivi,
ascoltando medici e soggetti interessati alla proposta che introduce nuove
norme per favorire la sicurezza di quanti praticano sport non solo a livello
agonistico ma soprattutto a livello amatoriale, e per diffondere fra i
giovani pratiche sportive “più sane, pulite e consapevoli”, visto che il
fenomeno del doping va diffondendosi anche nel livello dilettantistico della
pratica sportiva. Fra le novità anche il “passaporto biologico dello
sportivo”, per controllare i valori ematici degli atleti in gara, in
allenamento e durante i periodi di riposo, onde ricostruire un profilo
dell’atleta ed evitare situazioni di doping”.

Gli interventi in sintesi:

Sergio Molari (Croce bianca Foligno): “Sono anni
che aspettiamo una iniziativa in questo senso. I tagli alla spesa colpiscono
spesso la sanità e la prevenzione, un aspetto importantissimo per gli
sportivi. Necessario tutelare la salute ma senza dimenticare la parte durante
e dopo la gara: i mezzi di soccorso nelle gare a rischio devono essere pagati
dagli organizzatori, che spesso decidono di risparmiare proprio su questi
aspetti. Serve un servizio per gestire efficacemente l’emergenza sanitaria
per le gare sportive, evitando di dover contare solo sulle ambulanze del 118,
con punti di riferimento sul territorio che permettano un’assistenza
immediata”.

Bruno Stafisso (responsabile Medicina dello sport – Asl 1):
“Da anni si parla dell’istituzione di un elenco di specialisti nello sport
e di corsi di formazione, ma nulla è stato fatto finora. Non c’è un
registro delle patologie che creano più incidenti nella pratica sportiva e
non si sa quanti sono gli sportivi che necessitano di un certificato. Ben
venga dunque questa proposta di legge. Bene il passaporto biologico dai 16 ai
24 anni. Sono perplesso sugli esami ematici ai bambini di 6 anni. Mi pare
troppo pesante”.

Sergio Pioppi (responsabile del Partito democratico sulle
attività sportive e motorie): “Siamo ultimi in Italia per l’attività
motoria nelle scuole e per l’attività sportiva in generale. Da noi si
persegue solo la cultura del risultato, manca una vera cultura dello sport.
Per costruirla occupiamoci di una sana pratica sportiva per tutti: i
defibrillatori ci siano sempre, non solo nelle gare. Pensiamo prima ai
cittadini e ai ragazzi delle scuole. Partiamo da lì. Inoltre, chiederei che
tutti gli adulti che per fare sport a livello amatoriale si dopano, siano
curati a loro spese, privatamente”.

Gianluigi Rosi (responsabile regionale Federazione italiana discipline
sportive armi da caccia): “Per noi medici sarebbe utile sapere quante
persone muoiono durante le attività sportive e come ciò sia avvenuto,
quindi un apposito registro. I dati sono importanti per la nostra
professione. Ad esempio sapere quante volte sono stati usati in Umbria i
defibrillatori. Sono cose semplici. Attiviamoci per avere risultati. Convengo
che gli esami ematici sui bambini possono essere inopportuni, ma unire al
semplice certificato di idoneità una ecocardiografia o i dati relativi al
peso, stante l’aumento delle obesità, sarebbe molto utile. Segnalo che con
una società sportiva, la Juventina San Marco, abbiamo intrapreso un cammino
rispondente a quanto avete scritto nel testo di legge: con l’aiuto di uno
sponsor monitoriamo 100 ragazzini dai 13 ai 15 anni e li dotiamo di un
certificato sanitario sportivo, una sorta di patente dove può essere
registrata una insufficienza cardiaca che rimane documentata negli anni
successivi. E’ molto importante per la prevenzione di problemi futuri”.

Maurizio Torchio (dirigente US Acli): “Bene il disegno di legge che ci
viene presentato ma ci sono aspetti da chiarire: per far sì che ciascun
allenatore sia messo in grado di usare un defibrillatore c’è un costo di
circa 80 euro. Chi lo pagherà: le associazioni, le famiglie? Faccio presente
che a Terni c’è forte conflittualità con le istituzioni, che hanno
triplicato il costo degli impianti. Dobbiamo inoltre recuperare le funzioni
svolte in passato dalla scuola. La scuola abbia una copia del libretto
sportivo. E per quanto riguarda il doping, facciamo i controlli nella scuola
secondaria, non tanto per le droghe, ma per capire il dilagante problema del
consumo di alcol fra i giovani”.

Primo Pensi (Ordine dei medici):
“Purtroppo oggi il medico sportivo è un burocrate. Non si valuta, non si
consiglia né si prescrive lo sport. Rilascia solo il certificato. Sono
invece fondamentali gli accertamenti cardiologici, anche per i bambini più
piccoli. Meglio una visita gratuita a 6 anni fatta bene che tutte quelle cui
hanno diritto, senza accertamenti di alcun genere, fino ai 18 anni. Nello
sport si indirizza in base ai dati cardiovascolari. Poi non facciamo
differenze fra attività agonistica e non. Diciamo semplicemente attività
sportiva. Dobbiamo tutelare tutti. Un 50enne va in palestra con un
certificato, senza fare elettrocardiogramma o prove di sforzo”. Ivo Parise
(medico sportivo e legale): “Trattiamo la morte improvvisa da sport solo
quando si verificano tali gravi episodi, ma può essere prevenuta con
maggiori controlli antecedenti. Le palestre, ormai definite Cam (Centri
attività motorie) si dotano di un medico solo per fare i certificati. Serve
l’idoneità a fare attività sportiva. Ci vuole un forte impatto sociale
sull’argomento: serve una vera visita medica sportiva, non la telefonata del
genitore che chiede il certificato per il figlio altrimenti la domenica
successiva non può giocare”.

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